25 Aprile: ora e sempre Resistenza!


"...Di che massacri immaginari non sono mai responsabili la noia e l'ozio della provincia? È come infatti se la pietra del marciapiede antistante debba essere squarciata all'improvviso dall'esplosione di una mina di cui il piede del forestiero, dell'ignaro, sia in procinto di urtare inavvertitamente il detonatore. Oppure come se una rapida sventagliata della mitragliatrice fascista che sparando appunto di lì, da sotto il portico del Caffè della Borsa, in una notte di dicembre del 1943 abbattè lungo il medesimo marciapiede undici cittadini, possa far compiere anche all'incauto passante l'identica breve, orribiledanza tutta sussulti e contorsioni che nell'attimo della morte senza dubbio compirono, prima di cadere esanimi uno sull'altro, coloro che la Storia ha da anni consacrato quali le prime vittime in ordine di tempo della guerra civile italiana."

da "Una notte del '43" in Cinque storie Ferraresi di G. Bassani
nella foto una inquadratura del film "La lunga notte del '43" di F. Vancini

Guerra civile si, una guerra alla quale la gioventù moralmente sana di questo paese si sentì chiamata nelle formazioni partigiane.Una guerra non dichiarata ma combattuta e subita anche dalle popolazioni civili attraverso gli eccidi e le rappresaglie nazifasciste. Una guerra con due parti in lotta che nessuno potrà mai storicamente mettere sullo stesso piano etico. A dispetto di qualsiasi revisionismo ingenuo o prezzolato che sia.

E a coloro che ne considerano superato il valore, e anche a quelli per cui l'antifascismo è ormai solo un esercizio retorico, ricordo le parole scritte dal gappista Giovanni Pesce nella prefazione al suo memoriale dal titolo "Senza tregua":

"Che è rimasto dell'eroismo degli uomini"? Soltanto la cara memoria dei martiri e il ricordo dei migliori? Gli uomini creano e scompaiono. E le loro opere? E l'opera più solida è l'Italia antifascista, la pace e la fratellanza dei popoli. E' l'opera dei protagonisti di "Senza Tregua". Tocca ai giovani continuare la resistenza."


Era il 1967, ma a volte sembra mille anni fa.

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Commenti

Stefi ha detto…
...ho partecipato alla fiaccolata istituzionale della mia città (Torino)più affollata di altre, molto meno di altre ancora...la "sinistra estrema" quasi tutta ricompattata sotto il nome della neo elletoral federazione..., il PD in ranghi esigui...e comunque meno numerosi delle varie delegazioni dell'ANPI, chiude il corteo, pardon, la fiaccolata, un manipolo di Radicali. Grandi assenti: associazionismo e "gruppettari centrosociali", fatta eccezione del camion musicale che, per fortuna, ha continuato a ricordare e rinnovare (versione rock)"Bella Ciao"!!
Atmosfera: terrea...ovvero consapevolezza delle conseguenze dell'ultima sconfitta elettorale! Un 25 aprile commemorato, sicuramente! Ma qui la Resistenza non è più un appuntamento annuale...è un atto dovuto ogni giorno, ogni ora della nostra attuale vita!
roberto celani ha detto…
Non solo per voi la Resistenza deve essere qualcosa di quotidiano. Pensare il contrario costituisce il male della sinistra, o di quel che ne rimane, di questo tempo: leggere la realtà e reagire sempre in ritardo sugli eventi, rincorrere lo schieramento avverso sui temi più disparati e svendere continuamente uno dopo l'altro tutti i valori fondanti sull'altare del tatticismo politico. A noi che invece guardiamo a quello che succede a Nord con delusione crescente, e a volte con la tentazione di cedere quel territorio al suo destino di intolleranza e razzismo verdepadano, non deve venir meno il ricordo di coloro che in quei giorni che vanno dall'inverno del '43 alla primavera del '45 sacrificarono tutto quello che avevano in nome di un Italia non solo libera dalla camicia nera ma tollerante e realmente democratica, nelle battaglie, nelle carceri, sui patiboli.
St ha detto…
...a te, sempre saggio Rob, per una celebrazione diversa ma unita dallo stesso spirito, oggi l'augurio di un buon 1° Maggio!! :-)

Stefi

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