Italiani brava gente

Tra il fitto e strumentale bombardamento mediatico di notizie sulle violenze che la presunta "inerme brava gente italiana" subirebbe da stranieri immigrati, si apre ogni tanto una rara finestra d'informazione.
Il Corriere della Sera di ieri ne ha dato un esempio pubblicando la seguente notizia:
protagonista una pensionata di 75 anni, una tranquilla signora di provincia, con un discreto gruzzolo e una villetta, in quel di Lainate, a non molti chilometri da Milano.


Nel seminterrato faceva vivere in schiavitù una contadina romena di 54 anni che nemmeno
sapeva di essere cittadina comunitaria e sopportava tutte le angherie per timore di essere espulsa.
Le condizioni dettate dalla «padrona» erano: nessuna visita di parenti o amici, possibilità di fare la doccia solo una volta al mese, divieto di utilizzare l'acqua calda, un solo pezzo di sapone per bucato da utilizzare anche per l'igiene personale, cibo scarso, possibilità di bere solo acqua del rubinetto, e poi tante botte, date anche con pentole. E, naturalmente, di soldi non se ne parlava neanche.
A questo si aggiungeva un controllo totale sui suoi spostamenti: alloggiata nel seminterrato, poteva accedervi da una sola porta dotata di sensore acustico. E tutta la villetta era dotata di telecamere a circuito chiuso, le cui immagini venivano controllate dalla pensionata dalla camera da letto, e tutte le porte degli ambienti utilizzati dalla badante, compreso il bagno, erano tenute aperte e legate con dello spago per non essere mai chiuse, nemmeno quando lei andava in bagno. Il tutto avveniva sotto il continuo ricatto di essere denunciata e quindi espulsa dal territorio italiano: quando i carabinieri sono entrati nell'appartamento, infatti, lei temeva di essere arrestata.

L'accusa, per l'anziana, è molto grave: riduzione in schiavitù...
Ma potrà beneficiare degli arresti domiciliari considerata l'età.


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