Apologia della lentezza

Sveglia, sapone, vestiti, colazione e spazzolino.
E poi giù in strada, ingobbito in una gabbia su ruote.

Frizione, cambio, freno, frizione, cambio. A mordere asfalto e vicini di gabbia. E ancora corri, spingi e suda.

Altre gabbie, grandi e affollate, su ruote o binari.


Poi timbra e corri, timbra e mangia, timbra e corri ancora... e tutto ricomincia a ritroso come in un riavvolgimento di nastro. Senza odori, senza colori. Troppo spesso senza parole.
E a volte non resta altro che l'idiota supinità davanti alla scatola magica.
E un sogno notturno...

Quante parti di vite trascorse così?

Se sei mai tentato di fermarti prova a leggere qui:

Giornata della Lentezza

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