Piovono pietre...

News letter di Emergency n. 45 - Anno 2007

Sabato 24 novembre, attentato suicida a Pagman, a 20 chilometri da
Kabul. Obiettivo della bomba le truppe italiane impegnate nell'inaugurazione di un ponte: un soldato e' morto, altri tre sono rimasti feriti.


All'ospedale di Emergency ci prepariamo ad accogliere gli altri
feriti: al momento dell'esplosione, Mazhab e Farad, 12 anni, stavano camminando verso la scuola; Mustafa', 25 anni, sorretto dalle sue stampelle, guardava i soldati al lavoro; Nazir osservava la scena dal tetto della sua casa.
In pronto soccorso si stabiliscono le urgenze, in sala operatoria il chirurgo arresta le emorragie e rimuove le schegge.
Mustafa' e' gia' nel suo letto, immobile e muto: l'esplosione gli ha bruciato il volto, le schegge gli hanno procurato ferite al dorso e alle braccia.

Quando l'infermiera alza il lenzuolo per la medicazione, si vede che Mustafa' e' gia' stato «vittima di guerra».
Ha subito quella che tecnicamente si chiama «disarticolazione di anca»:
un'amputazione radicale a cui si ricorre in caso di devastazione
completa degli arti inferiori.

Dieci anni fa, a 15 anni, Mustafa' e'saltato su una mina.


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